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CARCANO CONVERTITI IN 8MM
Come indicato nella Home, questo sito è prettamente divulgativo. La gran parte delle informazioni contenute in questa pagina, sui Carcano in 8mm, sono tratte da due articoli firmati da R. Pettinelli e pubblicati sulla rivista Armi e Tiro ("Il Fucile Utensile", Ottobre 2020 e "Io sono Leggenda", speciale del Novembre 2022), che consiglio vivamente di leggere per poter approfondire adeguatamente gli argomenti in questione.
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​Lo sviluppo di un arma con azione Carcano e usante una cartuccia da 8 mm iniziò molto prima dell'occupazione tedesca dell'Italia nel settembre 1943.
In realtà è “iniziato” quando Italia e Germania erano ancora in rapporti diplomatici piuttosto burrascosi.
Infatti il primo carcano sviluppato per il calibro 8mm non era pensato per la cartuccia tedesca 8x57JS, ma per il nuovissimo 8x59 Breda, adottato dall'esercito italiano nel 1935 per impiegarlo nelle sue mitragliatrici pesanti; e non era un fucile pensato per essere messo in servizio, ma come un modo rapido, economico ed efficace per testare lotti di cartucce appena prodotte.
FUCILE MOD. 91 CAL. 8 PER PROVE
BALISTICHE - F.A.R.E. TERNI
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​Quando nel 1935 l'Esercito Italiano adottò la cartuccia Breda 8x59 per le sue mitragliatrici pesanti (mentre era ancora alla ricerca di un buon compromesso per i suoi fucili, che diventerà il 7,35x51), l'Arsenale di Terni fu incaricato di produrre e distribuire alle varie fabbriche di munizioni un sistema valido per testare i nuovi lotti di cartucce.
I tecnici di Terni, abituati alle fabbriche che testavano i loro lotti di munizioni in 6.5x52 utilizzando semplicemente un fucile carcano standard, decisero di mantenere lo stesso concetto per l'8x59, con alcuni piccoli accorgimenti implementati nella produzione in modo che le armi potessero sparare in modo affidabile diverse centinaia di colpi prima di essere cambiate.
Questi accorgimenti furono:
- Una canna in 8x59 di profilo molto ampio (oggi diremmo "bull"), con un ingrossamento di ben 63mm che combaciava con il diametro del ricevitori, scendendo poi a 22mm e arrivando ai 17mm alla volata.
- Una calciatura leggermente più larga e robusta, in modo tale da poter ospitare comodamente la canna più larga.
- Fasette più ampie per ospitare la canna più larga
- Essendo i fucili in questione destinati ad essere montati su appositi supporti, queste armi non avevano bisogno di organi di mira.
- Durante il servizio, alcune di queste armi ricevettero modifiche per rinforzare la calciatura, come vitoni di rinforzo trasversali.
Diverse centinaia di questi fucili vennero prodotti, affinché ogni fornitore di 8x59 potesse testare i propri lotti in modo semplice, affidabile ed efficace.
Come abbiamo detto, queste armi da "prova balistica" erano montate su un supporto fisso, puntate sul bersaglio a 200 m e caricate singolarmente inserendo i singoli colpi nella faccia dell'otturatore e quindi inserendo l'otturatore "caricato" nell'arma, camerando il colpo. .
Il tecnico delle fabbriche di munizioni incaricato dei test prendeva delle cartucce a caso da un lotto e ne sparava alcune con queste armi, osservando la velocità del proiettile alla volata (registrata con cronografo) e i raggruppamenti sul bersaglio, a 200 m.
Ecco perché la canna ingrossata non è affatto un problema, ma è invece una caratteristica desiderata, per poter sparare tanti colpi in sequenza senza preoccuparsi troppo della diffusione erratica dei proiettili a causa della canna riscaldata.
La produzione di questi "fucili" continuò anche nel dopoguerra, soprattutto perché l'8x59 Breda rimase in produzione fino agli anni '60.
FUCILE DI PRECISIONE SPERIMENTALE IN 8MM
"L'ispettorato ha proposto di porre allo studio un fucile cal.8, che abbia caratteristiche balistiche migliori rispetto a quelle del mod.91. Ciò alo scopo di applicare il cannocchiale su un'arma di adeguata precisione. Pertanto è stato suggerito di adattare i fucili cal.8, che Terni allestisce per misure di velocità, applicandovi l'alzo e modificando le dimensioni della finestra di caricamento della culatta mobile e quella della scatola serbatoio [...] Lo studio relativo ai fucili cal.8, sui quali applicare i cannocchiali, potrà fornire i primi elementi pratici con un unteriore esame della sostituzione del calibro 6,5 con il calibro 8. La FARE di Terni ha in allestimento un nuovo esemplare di fucile cal. 8. Non è però possibile prevedere quando tale esemplare potrà essere esperimentato."
Rapporto al sottosegretariato di stato alla guerra, 30 marzo 1943
Questo rapporto dimostra come erano in atto dei piani per sviluppare un fucile da tiratore scelto con cannocchiale, appositamente costruito, in 8x59 breda. Purtroppo, a causa degli sviluppi della guerra nel 1943, non venne ultimato e testato.
CARCANO CONVERTITI IN 8MM DAI TEDESCHI
Quando i tedeschi presero il controllo dell'Italia con l'operazione Achse nel settembre 1943, catturarono centinaia di migliaia di Carcano. Molte di queste armi con le relative munizioni furono spedite direttamente in Germania, mentre molte altre furono distribuite alle forze collaborazioniste della Repubblica Sociale Italiana.
Negli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale il quartier generale tedesco stava progettando di distribuire i Carcano (insieme a molte altri armi di ogni provenienza) alla Volkssturm, ma iniziò anche a considerare l'ipotesi di convertire molti di questi fucili alla cartuccia 8x57JS per semplificare la logistica di alcune unità dotate di Carcano.
Questo processo è stato sviluppato in parallelo da due aziende: dalla Heinrich Krieghoff in Germania e F.N.A. in Italia.
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Naturalmente la produzione più famosa della Seconda Guerra Mondiale, per lavorazioni caratteristiche, marchi facilmente individuabili e per l'interesse popolare per la "supremazia tecnologica tedesca" è la conversione effettuata da Krieghoff.
CONVERSIONI DI KRIEGHOFF
Negli ultimi, disperati mesi della Seconda Guerra Mondiale, la Germania aveva seri problemi logistici per fornire le proprie armi al fronte.
Essendo sostanzialmente sommersi da una gravissima crisi energetica e di risorse dovute agli stravolgimenti finali della guerra, anche le linee di rifornimento più basilari erano senza carbone e benzina, rendendo inutile la maggior parte dei camion e dei treni, e lasciando così la maggior parte delle armi prodotte nei magazzini delle loro fabbriche.
Per aggirare alcuni di questi problemi e soprattutto per armare un'ultima linea di difesa sulle alpi austriache, si iniziò a considerare e studiare la conversione dei migliaia di Carcano immagazzinati nei vari magazzini tra Italia e Germania.
La prima richiesta del Reichsminister für Rüstung und Kriegsproduktion arrivò agli uffici di Krieghoff a Eisfeld (TH) il 22 dicembre 1944, chiedendo di iniziare la conversione del Carcano in 8x57. Krieghoff aveva con sé circa 30.000 carcano, con altri 40.000 pronti per essere spediti dall'Italia e altri 50.000 raccolti nel Nord Italia.
A quanto pare sia la Krieghoff che altre ditte italiane (la FNA ne è quasi sicura, ma anche Armaguerra sostiene di aver partecipato alle sperimentazioni) ricevettero questa richiesta dall'Alto Comando tedesco. Presumibilmente FNA e gli altri impiegarono un po' più di tempo per ottenere risultati, soprattutto perché stavano lavorando su un modo per ottenere una clip funzionante per la cartuccia 8x57, più ingombrante del 6,5x52.
Krieghoff risolse invece facilmente il problema inserendo un blocco di legno nel caricatore, trasformando le armi in fucili a colpo singolo.
Queste armi furono trasformate sia presso la Fabbrica Krieghoff di Kufstein in Carinzia che nella sua filiale allestita in un'ex caserma a Vipiteno (baracca "Gondar", oggi la caserma "Psaro-Gnutti") con i macchinari sottratti alla Linee di produzione Armaguerra.
La fabbrica di Vipiteno iniziò la "produzione" nel marzo del 1945.
Le conversioni di Krieghoff consistevano in:
- Forare e rigare la canna e la camera secondo gli standard 8x57
- Forare la culatta per ospitare agevolmente la cartuccia 8x57, più lunga del 6,5x52.
- Fresare leggermente la testa dell'otturatore per garantire facilità di cameratura per la cartuccia e per il fondello dell'8x57, leggermente più grande di quello del 6,5x52.
L'Azione Carcano standard ospita il fondello dell' 8x57 senza troppi problemi se inserito a mano, ma per garantire un cameramento affidabile e costante è necessaria la fresatura.
- Inserire un blocco di legno appositamente intagliato nel caricatore, trasformando il fucile in un arma a colpo singolo.
- Sostituzione del mirino per la nuova cartuccia. Questi mirini sono leggermente più corti dei normali mirini di Carcano e sono tarati per i 200 m. Ai fucili Mod.91/41 convertiti veniva rimossa la parte regolabile della tacca di mira, lasciando solo la tacca fissa tarata a 200 m.
- Aggiunta di un vitone di rinforzo trasversale, in modo da rinforzare adeguatamente la calciatura originale per resistere alle maggiori sollecitazioni imposte dall'8x57.
- testare il fucile con munizioni apposite, apponendo un punzone con l'aquila tedesca sul lato destro dell'ingrossamento della canna dopo aver completato il test
- Obliterare il precedente seriale presente sulla canna
- Apporre un nuovo seriale su canna e culatta, sul lato sinistro (tramite punzone), e sull'otturatore (tramite penna elettrica)
- imprimere al posto della vecchia marcatura "cal 6,5" presente sulle tacche di mira il "7,9" del nuovo calibro, impresso anche sulla base dell'ingrossatura della canna, proprio davanti alla culatta
- Imprimere il marchio di prova della fabbrica Krieghoff, un HK in un cerchio, sopra la culatta.
Alcuni fucili mod.91/41 (non più di 200 da alcune stime) vennero ulteriormente convertiti per utilizzare le lastrine mauser standard:
- la parte posteriore della culatta venne fresata per ospitare le lastrine tedesche
- il foro sul fondo del serbatoio venne coperto da una lamina e l'elevatore del serbatoio originale venne sostituito con uno più convenzionale in stile mauser, spinto da una molla elicoidale
- La gran parte di queste armi presenta marchi differenti dalle altre conversioni, essendo poco più di prototipi in pre-produzione.
Il 12 gennaio 1945, lo Chef der Heeresrüstung und Befehlshaber des Ersatzheeres, capo degli armamenti dell'esercito tedesco e comandante della Riserva, chiese a Krieghoff di aumentare considerevolmente la produzione, raggiungendo almeno 1000 fucili convertiti al giorno, in modo da avere 25,000 fucili convertiti nel mese di gennaio. Krieghoff ovviamente non era assolutamente nelle condizioni di sostenere tale richiesta, e nel mese di gennaio riuscì a convertire circa 3100 armi.
Un'altra richiesta nello stesso documento era che i primi 35-40,000 fucili fossero convertiti a colpo singolo, con il blocco di legno nel caricatore, mentre veniva preparato un nuovo caricatore e sistema di caricamento (non disponibile prima di maggio).
Circa 15.000 Carcano (da un piano originale di circa 250.000) furono convertiti nel febbraio/marzo 1945, quando l'intero progetto fu abbandonato.
di questi 15.000, i collezionisti siamo riusciti a rintracciare i seguenti numeri:
​circa 5,500 Gewehr 210 (i), Fucile mod.91/41 (da H1 a H 4600 e da H7100 a H7850)
Circa 1,000 Gewehr 209(i) Fucile corto mod. 91/38 (da H6100 a H7099)
Circa 1,500 Karabiner 408 (i), Moschetto mod. 91/38 (da H8100 a H9750)
Diversi Moschetti avevano anche il prefisso K, ma per il momento ne sono stati scoperti troppo pochi per poter fare una stima pratica
CONVERSIONI "FERLACH"
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Nel marzo 1945 il Banco di prova di Ferlach risulta aver eseguito il collaudo di 225 Carcano convertiti all' 8x57JS. Non abbiamo informazioni su chi li abbia effettivamente convertiti e presentati al collaudo, ma molto probabilmente si è trattato di un armaiolo locale, Incaricato di convertire le armi per un unità di Volkssturm locale.
Queste armi (fucili Mod. 41 e moschetti Mod. 91/38) sono contrassegnate come qualsiasi arma commerciale dell'epoca:
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- Sul lato sinistro, accanto al numero di serie originale, è riportato il nuovo calibro, 8/57, insieme al peso esatto del proiettile utilizzato per il collaudo, solitamente intorno ai 12,8 grammi, il peso medio di un proiettile militare 8x57JS, da 196 grani.
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- Sul lato destro, la canna porta due punzoni di prova, l'Aquila con J che indica un punzone di ricameratura/riparazione/riprova, e un'Aquila con N che indica un collaudo a polvere infume definitivo. Quest'ultimo è anche marchiato sul Castello, sullo stesso lato destro. Il simbolo del Banco di prova Ferlach è anche impresso su questo lato, insieme alla data della prova, 3 45, marzo 1945.
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- I castelli sono stati leggermente fresati per accettare le munizioni tedesche 8x57JS dall'alto, il che indicherebbe che l'arma non è stata progettata per il colpo singolo come le produzioni Krieghoff, ma è stata progettata per essere usata a ripetizione.
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- Il mirino di queste armi è stato alzato, in modo grossolano, saldando un pezzo di metallo, in modo da compensare la traiettoria dell'8x57JS
I caricatori di tutte le armi ritrovate sembrano intatti, mantenendo il sistema di caricamento stile Mannlicher originale del Carcano.
CONVERSIONI F.N.A.
Come ho affermato nei paragrafi precedenti, quando la FNA ricevette l'ordine di cominciare una conversione in 8mm (comunicata dall' Heeresgruppe C e dal Waffenamt/Dienststelle Italien), prese molto sul serio l'incaricoo, cercando immediatamente il modo migliore per iniziare una conversione. Seguirono la maggior parte dei passaggi intrapresi da Krieghoff, principalmente perchè queste sono le soluzioni più semplici ed ovvie da attuare, ma a differenza della Krieghoff cominciarono a lavorare ad una lastrina specifica per l'8x57JS.
Il piano era di fornire 15 lastrine con ogni arma convertita, ma la produzione dell'FNA negli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale non era nelle condizioni di garantire questi risultati.
Dal rapporto della commissione Waffenamt del marzo 1945 risulta che in Italia nel mese di febbraio furono convertiti circa 4,5 mila carcano.
Quando la Infanterieschule Döberitz testò il carcano convertito da FNA, funzionante con lastrina, insieme al mod.91/41 convertito per usare caricatore e piastrine mauser, l'arma FNA fu giudicata pessima per la produzione di massa, poiché la lastrinarisultava di difficile utilizzo e di scarsa affidabilità. Pertanto, probabilmente anche per lo svolgimento degli eventi nel marzo 1945, le conversioni FNA furono definitivamente interrotte.
Le oltre 4,5mila armi presumibilmente prodotte dalla FNA e da altri appaltatori non furono spedite da nessuna parte e rimasero nei loro magazzini.
CONVERSIONI POST BELLICHE
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Come abbiamo visto nell’ultimo paragrafo, la FNA dopo la guerra era in ginocchio, le possibilità di riconvertire la produzione ridotte al minimo, non aveva contratti di nessun tipo e aveva un disperato bisogno di nuovi modi per sbarcare il lunario.
L’occasione si presentò con la nascita delle nazioni arabe formatesi nel medio oriente durante la prima fase della decolonizzazione. Dopo il disastro della prima guerra arabo-israeliana del 1948, il governo egiziano decise di aggiornare il suo equipaggiamento antiquato e di riformare il suo esercito. Pur acquistando nuovi fucili semiautomatici dal Belgio e dalla Svezia, l'esercito aveva ancora bisogno di un modo decente per addestrare le sue truppe o equipaggiare le unità di seconda linea.
Con la probabile intercessione del governo italiano (che aveva lasciato diverse migliaia di morti nelle sabbie dell'Egitto, insieme a diverse migliaia di mine antiuomo), alcune aziende italiane, molto probabilmente FNA e Franchi, convertirono migliaia di moschetti all'8x57, calibro standard dell'Egitto. Queste aziende convertirono circa 35.000 armi, di cui circa (teoricamente) 10.000 Moschetti prodotti dalla Franchi e circa 25.000 Moschetti per TS prodotti dalla FNA.
Queste armi sono facilmente riconoscibili perché hanno due vitoni di rinforzo trasversali nella calciatura e una generale mancanza di marchi aggiuntivi, ad eccezione del numero di serie. Molte di queste armi hanno una grande "S" sulla carcassa o sulla parte superiore del manubrio dell'otturatore per indicare la loro conversione all' 8x57.
Queste armi finirono rapidamente nei ruoli di addestramento reclute, e quando l'Egitto si unì alla Siria nel 1958, diventando la Repubblica Araba Unita (UAR), questi fucili vennero diffusi in tutto il mondo arabo e nei suoi dintorni.