
MOSCHETTO BALILLA
FUCILE ALLIEVI TIRATORI
MOSCHETTO REGOLAMENTARE BALILLA
(Mod. 1891)

CONTESTO STORICO
Dopo la consolidazione del potere con la morte di Matteotti e l'introduzione delle Leggi Fascistissime, il regime fascista cominciò a riorganizzare lo stato verso uno stampo Totalitario, in cui la vita dei cittadini si legava e intersecava indissolubilmente con quella dello Stato Italiano.​
Uno dei punti più importanti per questa visione totalitaria era l'associazionismo giovanile: i gerarchi fascisti avevano assistito per decenni all'efficienza educativa proposta da Don Bosco prima e dallo Scautismo di Baden Powell poi; pertanto si prefissero di creare un entità educativa e di aggregazione giovanile che potesse aiutare nell'indottrinamento e nella formazione politica dei giovani e giovanissimi italiani.
Mussolini affidò la creazione di questo ente all'ex Ardito Renato Ricci, che si prodigò a gettare le basi per quella che, con DL n.2247 del 3 aprile 1926, divenne l'Opera Nazionale Balilla per l'assistenza e per l'educazione fisica e morale della gioventù , o più semplicemente ONB.
L'ONB era palesemente ispirato al vincente modello scautistico avviato ad inizio secolo da Sir Robert Baden Powell, soprattutto a livello di strutturazione educativa: I giovani appartenenti all'Opera erano divisi in tre fasce d'età: Figli della Lupa (6-8 anni), Balilla (8-14) e Avanguardisti (14-18). Gli obbiettivi educativi ovviamente erano espressamente mirati a far crescere i giovani in un clima paramilitare, dove Sport, disciplina e indottrinamento politico dovevano forgiare le giovani menti a servire lo stato e il partito, con obbedienza pronta, cieca ed assoluta.

Per garantire un regolare afflusso all'ONB, lo stato fascista si premurò di eliminare la concorrenza: nel 1928 cominciò a promulgare una serie di leggi che limitavano l'associazionismo giovanile in Italia, in particolare quello con un risvolto educativo, come lo scautismo.
Il Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani, fondato nel 1913 da Carlo Colombo, di stampo patriottico e laico, capendo l'evoluzione sociale e politica del paese, prese la decisione di sciogliersi autonomamente. L
L'Associazione Scout Cattolici Italiani, fondata nel 1916 da Mario di Carpegna, di stampo popolare e Cattolico, venne invece sciolta forzatamente dallo Stato fascista, prima limitandone le attività ai soli centri con più di ventimila abitanti, poi chiudendola completamente.
Solo L'Azione Cattolica venne lasciata libera di operare, ma solo in chiave catechistica e sotto stretta sorveglianza da parte del regime.
Moltissimi gruppi e sezioni di tutte le associazioni scaut entrarono in un periodo di attività clandestine: il CNGEI con diversi gruppi di "Escursionisti", l'ASCI con raggruppamenti come le "Aquile Randagie". Molti membri dello scautismo degli anni '20 saranno tra i protagonisti e tra gli animatori della lotta antifascista, sia attiva che passiva.
L'Opera Nazionale Balilla (ONB) si inseriva nel panorama educativo italiano come un'entità complementare alla scuola, con l'obiettivo di plasmare la gioventù secondo i dettami del regime fascista.
Oltre all'educazione fisica, morale e spirituale, impartita in maniera tradizionale, l'ONB si distingueva per la sua enfasi sull'addestramento premilitare, ginnico, sportivo e tecnico. L'intento era di forgiare cittadini disciplinati, abili nelle attività fisiche e pronti a servire la Patria in un'ottica militarista.
L'ONB era strutturata in modo rigidamente centralizzato e fin dalla sua nascita era vista dai fascisti come uno strumento di controllo e propaganda all'interno delle istituzioni scolastiche. L'organizzazione si occupava infatti dell'insegnamento dell'educazione fisica nelle scuole, e presidi e insegnanti erano obbligati a collaborare con l'ONB, aprendo le porte delle loro strutture alle sue iniziative e invitando tutti gli studenti ad aderirvi.
SVILUPPO
Uno dei punti principali dell'Opera Nazionale Balilla era la formazione premilitare dei giovani Italiani, tramite attività sportive, disciplina, parate, marce militari, esercitazioni al tiro a segno.
I giovani dovevano essere fisicamente addestrati all'utilizzo delle armi, alla coreografia delle parate e delle cerimonie militari, pertanto si cominciò subito a dotare i giovani con repliche di armi in legno e usando armi già presenti sul mercato commerciale per il tiro a segno, come fucili ad aria compressa, Flobert e .22, come il Fucile Allievi Tiratori, di cui parleremo più avanti.
Dovendo dotare in maniera più organica possibile l'intero paese però, le aziende armiere, in cerca di grossi contratti, si misero presto a disposizione del Governo per poter fornire una vera e propria "Arma d'Ordinanza" alla ONB.

In particolare risulta che un modello di carabina ad aria tipo Flobert, prodotta dalla Fabbrica d'Armi Pietro Lorenzotti di Brescia e attualmente in una collezione privata, sia stata marchiata come "Carabina Balilla", probabilmente per offrire una soluzione alla Dirigenza dell'Opera; o semplicemente si tratta di una richiesta successiva da parte di una sezione ONB.
C'è inoltre la possibilità, avanzata da alcuni ricercatori e collezionisti, che il primo a lanciare sul mercato il Moschetto Regolamentare Balilla sia stata la N&VC, ma non ci sono ancora prove concrete a proposito.
​La cosa certa è che nel Luglio 1931 la Fabbrica Nazionale d'Armi, già Pietro Lorenzotti, Brevetta ed avvia la produzione del Moschetto Regolamentare Balilla (mod.1891), forte dell'esclusiva garantita dalla Presidenza Nazionale dell'O.N.B. e dalle promesse di forniture nazionali ingenti.

Si trattava di un'arma per "L'insegnamento teorico e addestramento pratico, essendo identica in ogni sua parte al Moschetto mod.91 del Regio Esercito, ridotta di 1/4". Il moschetto regolamentare non serviva e non era predisposto al tiro, ma era dotato di un "caricatore con cartucce speciali alle quali si possono innestare delle capsule detonanti assolutamente innocuee, e ciò per espressa volontà di S.E. l'On. Ricci".
Come accennato il Moschetto Regolamentare era sostanzialmente un Moschetto mod.91 ridotto in scala di 1/4, con i dettagli il più possibile simili all'originale.
La Culatta era marcata con il fregio dell' Opera Nazionale Balilla, mentre l'ingrossamento della canna, come l'originale, era marcato con produttore e matricola dell'arma.
Spesso sul calcio è presente una targhetta in ottone o ferro con un nome, indicante un soldato morto sui campi della Prima Guerra Mondiale. Di solito si trattava di qualcuno vicino al proprietario della carabina o di un generico soldato della stessa città.
Questo ovviamente veniva fatto per commemorare il sacrificio del soldato e per permettere al ragazzo in possesso del moschetto di "portare avanti" lo spirito del combattente.

PRODUZIONE ED USO

La Fabbrica Nazionale d'Armi cominciò subito la produzione di massa di questo moschetto in scala ridotta: diverse migliaia di queste armi cominciarono rapidamente a circolare, spesso fornite tramite contributi delle ONB locali.
Il prezzo era relativamente contenuto, ma non indifferente: un Moschetto regolamentare Balilla costava (senza contare spedizioni e costi accessori) 110 lire, pari a circa 150 euro moderni.
Sapendo che il prezzo del pane al kg era in media 1,60 lire si può comprendere che l'acquisto di questo accessorio non era proprio una spesa indifferente per una famiglia di ceto medio - basso.
​La Crisi del '29 continuava ad attanagliare i risparmi delle famiglie e i bilanci dello stato, pertanto la FNA lamenterà, in alcune lettere datate 1934, che "Purtroppo le condizioni generali del Paese non hanno consentito quella larga vendita che era nelle previsioni e negli intendimenti dell'Opera Nazionale Balilla e che aveva lusingato l'industria a fare un opportuno attrezzamento".
Più o meno intorno al 1936 la FNA dovette probabilmente rivalutare le sue priorità produttive o semplicemente l'esclusiva del brevetto scadde, perchè altre aziende si misero a produrre il Moschetto regolamentare Balilla.
In Particolare i produttori riconosciuti sono la Napoleone & Vittorio Castelli di Brescia e la Fratelli Grazian di Verona. Entrambi producevano un Moschetto regolamentare di dimensioni e funzioni identiche a quello della FNA, con piccole differenze, prevalentemente estetiche.
In particolare il Moschetto Balilla dei Fratelli Grazian aveva l'alzo direttamente forgiato in un unico pezzo con base ad anello, in modo da semplificare il suo montaggio sulla canna, mentre i modelli FNA e N&VC avevano l'alzo da montare a parte sugli zoccoli della canna, come il Moschetto mod.91 originale. Le Armi prodotte dai Fratelli Grazian mostrano anche l'anno di produzione sull'ingrossamento sulla canna.





La Napoleone & Vittorio Castelli, erede della Toschi & Caselli / MIDA, negli anni 20 e 30 produsse Fucili per Allievi Tiratori, Revolver Bodeo "Alleggeriti" e riarsenalizzò diverse migliaia di Moschetti per TS, destinati al mercato "commerciale".
A metà degli anni '30 si unì alla produzione dei Moschetti Regolmentari per Balilla.
1936-37, NeVC Brescia - ONB
Pics courtesy of M. Holmes




1936-37, Fratelli Grazian - ONB
Pics courtesy of M. Holmes




A Partire dal 27 Ottobre 1937, tutti i Moschetti Regolamentari Balilla prodotti non mostrano più sulla culatta il fregio della ONB, ma quello della GIL, la Gioventù Italiana del Littorio, che assorbirà completamente ruolo, competenze e forniture della ONB.
1939, Fratelli Grazian - GIL
Pics courtesy of M. Holmes
Sul mercato collezionistico si possono trovare poi decine di altri modelli di moschetti "Balilla" di diverse dimensioni, qualità di manifattura e simili, ma sono perlopiù un miscuglio tra giocattoli, modelli in scala ulteriormente ridotta per Figli della Lupa e modelli in legno per esercitazioni.
FUCILE ALLIEVI TIRATORI
All'inizio del '900, il Ministero della Guerra diede un forte impulso alle società di Tiro a Segno Nazionale sparse sul territorio Italiano: vennero costruiti nuovi poligoni di tiro, sovvenzionate gare e corsi di addestramento, il tutto per incentivare la pratica del Tiro tra tutte le fasce della popolazione.
In particolare vennero istituiti i "Reparti Allievi Tiratori", sostanzialmente corsi premilitari e di avviamento al tiro destinati ai giovani dai 12 ai 16 anni.
Per uniformare le dotazioni dei TSN in termini di addestramento e gare, il Ministero della Guerra indisse nel 1914 un bando per trovare una carabina standard di tipo flobert in calibro .22/ 6mm, utilizzabile dai giovani per il tiro ridotto, anche negli spazi chiusi. Insomma, una vera e propria carabino per l'avviamento al Tiro a Segno.
Questo bando venne vinto dalla Toschi &Castelli, ditta Armiera Bresciana, che presentò una carabina in .22 sviluppata da Napoleone Castelli, figlio di Giuseppe Antonio Castelli, fondatore della suddetta ditta. Questa carabina, ufficialmente denominata "Fucile Allievi Tiratori", era esteticamente identica ad un Fucile mod.91, ridotto in scala per il calibro e per poter essere imbracciato agevolmente dai ragazzi a cui era indirizzato.
Lo scoppio della prima guerra mondiale nel Maggio del 1915 non fermò il programma, che continuò, pur con numeri contenuti. La produzione venne portata avanti dalla Toschi & Castelli, diventata nell'ottobre del 1915 MIDA.
Al Termine del conflitto la MIDA, dopo diverse vicende legate alla commissione parlamentare per i sovraprofitti di guerra, venne chiusa per bancarotta. l'Ex fondatore, Giuseppe Antonio Castelli, fondò allora la Fabbrica d'armi Giuseppe Castelli, che continuò la produzione.
Napoleone Castelli, assieme al Fratello Vittorio, alla morte del padre Giuseppe nel 1923 cambiarono la ragione sociale dell'azienda con Fabbrica d'Armi Napoleone & Vittorio Castelli di Brescia, continuando la produzione del Fucile Allievi Tiratori.
Questo venne pubblicizzato, oltre che per le sezioni di TSN, anche per altre associazioni giovanili, come il Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani.
Nel 1926, scaduto il brevetto, la ditta Castelli, la produzione venne portata avanti dalla Anelotti e Gualla, altra ditta bresciana.
