top of page

MOSCHETTO MODELLO 1891
PER TRUPPE SPECIALI

Schema carcano 91TS ITA.jpg

SVILUPPO

Con l'introduzione del Fucile Carcano mod. 91 in sostituzione del Fucile  Vetterli mod. 70/87, il grosso dell'esercito italiano era coperto, almeno per quanto riguarda il fucile d'ordinanza.
Tutte le unità di fanteria utilizzavano il Fucile, le truppe mobili avevano adottato il Moschetto mod. 91, ma altre truppe di supporto, come gli artiglieri, utilizzavano ancora il Moschetto per Truppe Speciali Vetterli mod. 70/87, quindi anche per loro era necessario un aggiornamento.
Il Moschetto mod.70/87 per Truppe Speciali era sostanzialmente un Fucile mod. 70/87 accorciato di parecchi pollici, che manteneva la calciatura del fucile (accorciata), le componenti metalliche e la baionetta. Era un'arma molto più maneggevole, desitnata alle truppe che avevano bisogno di un'arma adeguata per la difesa ma non ingombrante come un fucile, né "fragile" come un moschetto da cavalleria.
Queste truppe necessitavano una baionetta lunga e solida come quella del fucile per respingere eventuali attacchi nemici, in particolare per respingere eventuali incursioni della cavalleria nemica.

Per lo sviluppo del Moschetto mod.91 per Truppe Speciali vennero mantenute le stesse premesse: I primi modelli erano sostanzialmente una Fucile mod. 91 accorciato alla lunghezza Moschetto, con una calciatura proprietaria e un'astina che ricopriva gran parte della canna, bocchino (la fascetta metallica alla fine della calciatura, vicina alla canna) originale e non intercambiabile con altre armi, al quale era avvitata una braga per baionetta altrettanto proprietaria, che necessitava una baionetta a se stante, infilabile lateralmente.
Il ​​Moschetto TS utilizzava la stessa cinghia del Fucile, minimamente regolabile.

Il Moschetto mod.91 per TS fu l'unico Carcano ad aver avuto bisogno di una variazione nei mirini dopo l'adozione delle cartucce Solenite nei primi anni del 1900. Questo cambiamento venne sancito con la Circolare N°281 del 30 agosto 1903, che risolse il problema semplicemente abbassando di 0,5 mm la parte superiore della lama del mirino.

 

Nei libri professionali circola un disegno di una carabina TS, spesso citato dagli autori come uno dei primi modelli per T.S.: mostra l'arma con un vitone di rinforzo, una leva dell'otturatore dritta, come il primo modello di Fucile mod.91.

Questo disegno è in realtà un'interpretazione artistica del T.S., non basata su un modello reale, poiché molti altri disegni sullo stesso libro sono solo approssimazioni dell'arma che dovrebbero rappresentare.
​Non la riterrei una fonte affidabile.

20240930_163956.jpg

Dalle osservazioni dirette sugli esemplari originali, le carabine TS, come i Moschetti mod. 91, hanno iniziato la produzione senza vitone trasversale e con la maniglia dell'otturatore piegata.

La produzione dei T.S. è iniziata nel 1897, mentre è stata formalmente adottata nel 1900.

PRODUZIONE ED USO

La produzione iniziò nell'Arsenale di Brescia (Regia Fabbrica d'Armi - Brescia) nel 1897, e fu mantenuta esclusivamente da Brescia fino alla sua chiusura definitiva, intorno al 1923.

Il Moschetto mod.91 per TS fu l'unico Carcano ad aver avuto bisogno di una variazione nei mirini dopo l'adozione delle cartucce Solenite nei primi anni del 1900. Questo cambiamento venne sancito con la Circolare N°281 del 30 agosto 1903, che risolse il problema semplicemente abbassando di 0,5 mm la parte superiore della lama del mirino.

 

​​Tutte le armi mod.91 fino al 1912 vennero prodotte con l'estrattore che passava attraverso il tenone dell’otturatore, con due forme distinte:
- Il primo estrattore (Denominato semplicemente Vecchio Tipo al momento dell'aggiornamento) consisteva in un unghia relativamente piccola e distinta dal modello successivo dalla presenza di spigoli vivi.
- Nel 1902-1903 venne introdotto un nuovo estrattore (Denominato Nuovo Tipo), più allungato e dalle forme più curve ed addolcite.
​
Dopo il 1912 l'estrattore venne fatto passare dall'esterno del tenone, scendendo da sopra anziché dal lato (Circolare n.40 del 28 Gennaio 1913).

estrattoribis.jpg

Extractors evolution

Prima Guerra Mondiale

Il Moschetto TS divenne l'arma d'ordinanza per le moltissime unità di artiglieria e di mitraglieri del Regio Esercito Italiano durante la Prima Guerra Mondiale, ma fu adottato da molte altre unità e forze armate, come la Marina e la Guardia di Finanza. Divenne poi parte dell'equipaggiamento standard per i sottufficiali di fanteria e gli ufficiali combattenti nel ultime fasi della guerra.

La tradizione racconta che il primo colpo di fucile italiano della prima guerra mondiale venne sparato la notte del 23 Maggio 1915 da Pietro Dell’Acqua, Finanziere, che con il suo TS (la GdF sostiene avente matricola I 2485) mise in fuga i genieri austriaci che stavano minando il ponte di Corno su Rosazzo, sul confine sorvegliato da Dell'acqua e dal suo collega Costantino Carta.
​

Si possono incontrare facilmente decine di fotografie rappresentanti Alpini, Bersaglieri e Arditi che utilizzano Moschetti T.S. durante la prima guerra mondiale.

​

Ogni tanto si trovano anche foto affascinanti di Arditi armati con T.S. dotati di manubrio diritto, presumibilmente più facile da afferrare e ciclizzare nella concitazione delle loro incursioni nelle trincee nemiche. 

Durante la Prima Guerra Mondiale sorsero due problemi con il Moschetto T.S.:
- il bocchino, la braga e la baionetta proprietarie costituivano un problema logistico superfluo e potenzialmente dannoso, sia per la produzione che per la logistica.
Durante e dopo la Prima Guerra Mondiale molti T.S. vennero adattati (sul campo o nelle officine) all'uso delle baionette Fucile.
Tutte le produzioni post 1919 vennero prodotte con attacco baionetta standard del fucile.
Con circolare n.538 del 13 Settembre 1923 si richiese ai corpi di sostituire l'attacco della baionetta ai TS in servizio, togliendo quello trasversale e saldando al bocchino l'attacco baionettta longitudinale dei fucili.
- Le cinghie per Fucile erano terribilmente scomode per la maggior parte delle unità che usavano attivamente il T.S.: pertanto il Comando d'Artiglieria avanzò una richiesta formale per dotare i T.S. di attacchi cinghia laterali come quelli del Moschetto.
Questa modifica fu introdotta con la Circolare n° 434 dell' 11 agosto 1921, che ordinò la rimozione delle magliette inferiori, intarsiandone il foro risultante, e creando due attacchi laterali per le cinghie come quello del Moschetto, con una attacco anteriore unico, usato solo in questa conversione.

 Moschetto mod. 91 per T.S. updated after August 1921
​with new front sight,  side sling swivels and Fucile bayonet lug

Pics courtesy of D. Campi

Alla fine degli anni '20, molti (Finora abbiamo trovato fino al seriale 3600) Moschetti per T.S. prodotti da Brescia furono ricondizionati dalla ditta privata Napoleone & Vittorio Castelli, che smontò le armi, riparò e rimise a nuovo le componenti metalliche, rimontò il tutto con calciature vecchie o di nuova produzione, applicando un nuovo seriale alla canna e al calcio.

Schema carcano 9128TS ITA.jpg

Infographic is lacking Beretta's production numbers, that are still under research between navy contract and civilian productions.

MOSCHETTO MODELLO 1891
PER TRUPPE SPECIALI, MODIFICATO
(AKA 91/28)

DEVELOPMENT

tsmetgero.jpg

Pics Courtesy of J Anderson and M. Holmes

Nota dell'Autore:

Questo Moschetto per T.S. non è stato chiamato "91/28" in alcun modo formale o colloquiale nel Regio Esercito. "91/28" è sostanzialmente un termine che i collezionisti usano per distinguere rapidamente la produzione di Moschetti mod. 91 per T.S. successivi al 1928, prodotti con calciature e componenti metalliche nuove.

L'unica occasione in cui questo termine è stato usato "ufficialmente", è su alcuni cartigli indicanti "Trasformazione M° 91/28" come un modo efficace per rappresentare, nello scarso spazio a disposizione per il cartiglio, l'unione di un Moschetto mod.91 per TS ad un Tromboncino mod.28.

Le armi che montano il Tromboncino, nella maggior parte dei manuali vengono chiamate semplicemente "Moschetto con Tromboncino mod.28", ma specificano sempre che l'arma è "Derivata da un Moschetto mod. 91 per T.S. [...] con leggere modifiche" in modo da aggiungerci "un Tromboncino mod.28"

 

SVILUPPO

Circolare nº 121 del 26 febbraio 1920:

Allo scopo di uniformare maggiormente la costruzione del moschetto mod. 91 per T.S. a quella del fucile mod. 91, questo Ministero, sentito anche il parere tecnico dell'ispettorato delle costruzioni d'artiglieria, determina che nella fabbricazione dei moschetti per T.S. da allestirsi, d'ora in avanti, a nuovo vengano apportate le seguenti modificazioni rispetto al tipo regolamentare:
1-Sostituire la sciabola-baionetta, il bocchino e la maglietta di bocchino il mirino con le corrispondenti parti impiegate per la costruzione del fucile mod. 91;
2-Il copricanna attuale deve essere sostituito con altro eguale a quello del fucile avente però la tacca d'abbattimento dell'alzo spostata in relazione alla differenza nel ritto dell'alzo. Il ritto d'alzo rimane qual'è attualmente;
3-La canna e la cassa debbono essere sostituite con parti simili a quelle che si impiegano per il fucile, ma solo rimpicciolite in relazione alla minor lunghezza dell'arma.
I moschetti mod. 91 per T.S. già introdotti in servizio saranno, invece, conservati nelle condizioni in cui si trovano e la sostituzione delle parti modificate con quelle a cui sopra è cenno, dovrà essere effettuata soltanto dopo che saranno esaurite le scorte di quelle di vecchio modello eventualmente esistenti sia presso gli stabilimenti e direzioni di artiglieria sia presso i corpi.
Esaurite le dette scorte, anche i vecchi moschetti dovranno essere gradualmente ridotti al nuovo modello, adattandovi, di mano in mano che se ne presenta l'opportunità, le parti di nuovo modello in luogo di quelle vecchie abbisognevoli di ricambio. ... (omissis)
Il Ministro: A. Albricci


Come si può leggere in questa comunicazione del Ministero della Guerra, tutte le produzioni di T.S. successive al febbraio 1920 dovevano essere realizzate con parti già usate nella produzione del Fucile, in modo da standardizzare il più possibile la produzione e la logistica:
Stesso calcio (ma più corto), stessa astina, stessa fascetta, stessa molla della fascetta, stesso bocchino, stesso mirino montato su un anello, stessi processi produttivi della canna (ma corta).

Nonostante questa comunicazione, il Ministero non disponeva di fondi per realizzare alcuna nuova produzione di T.S. per il momento.
Il primo a subire questo trattamento non fu infatti un Moschetto per T.S. puro, ma il suo omologo "economico", il 91/24: una ristrutturazione in massa del vecchio Fucili mod. 91, convertiti a buon mercato in centinaia di migliaia seguendo queste nuove specifiche per i T.S., mantenendo la tacca di mira allungata del fucile, semplicemente modificandola per la nuova canna accorciata.

Dobbiamo aspettare fino al 1928 per vedere una nuova produzione in serie di Moschetti T.S., innescata principalmente dagli scontri coloniali in Libia e lungo il confine con l'Etiopia. Le lezioni apprese durante la Prima Guerra Mondiale e le campagne libiche contro la guerriglia locale insegnarono all'Esercito italiano che l'ingombrante Fucile mod.91 non era propriamente pratico per le colonne motorizzate necessarie alla guerriglia e alla guerra di confine, e che un fucile più corto era preferibile a quello lungo per diverse funzioni. Altri problemi riscontrati riguardavano il fatto che la mancanza di artiglieria pesante o leggera nei combattimenti a lungo raggio o in caso di agguati risultava in un notevole svantaggio tattico, e che la balistica terminale di 6,5x52, specie contro i bersagli umani, non era all'altezza delle aspettative della guerra moderna;, ma di quest'ultimo punto parleremo nella sezione del Fucile Mod. 38.

Così nel 1928 Terni e Gardone avviarono lentamente la produzione dei nuovi Moschetti per T.S. mod.91, ma questa volta con i nuovissimi calci.


Circolare n. 402, July 11th 1929
Per ragioni di impiego e di maggior semplicità dei rifornimenti il Ministero è venuto alla determinazione di adottare per i moschetti 91 T.S. un duplice sistema di attacco della cinghia al moschetto. Detto sistema che sarà per ora applicato soltanto ai moschetti di nuovo allestimento ed a quelli che affluiranno alla Fabbrica d’Armi R.E. di Terni, per essere riparati), è costituito dalle seguenti parti:
a) una fascetta, con maglietta e attacco di fianco, che si ottiene mediante modifica della fascetta attuale;
b) una piastretta con maglietta;
c) una spranghetta senza tubicino (di nuova adozione);
d) due viti da legno per piastretta;
e) due viti da legno per piastretta senza tubicino. Per tale attacco si usa la cinghia del moschetto m. 91.
Saranno, in seguito, pubblicate le relative aggiunte e varianti alle tavole di costruzione ed al modello per gli inventari. Cenni sull’impiego del duplice attacco della cinghia. Per passare dall’attacco normale a quello di fianco, e viceversa, basta togliere la cinghia dalla maglietta di fascetta e da quella di piastretta, applicandola, rispettivamente, entro la camerella dell’attacco di fianco, della fascetta stessa e nella spranghetta senza tubicino, nuovo tipo. Quest’ultima risulta spostata in avanti, sul calcio, di circa mm. 90, rispetto all’attacco di fianco della vecchia spranghetta con tubicino, per avere maggiore comodità di adattamento del moschetto a tracolla.
Il Ministro: P. Gazzera


Con questa Circolare le magliette laterali per le cinghie furono implementate in tutte le successive produzioni TS, e venne introdotta per la prima volta la spranghetta sporgente, senza tubicino,  spostata in avanti sul calcio rispetto alla configurazione precedente.

TROMBONCINO MOD. 28

Allo stesso tempo Il Regio Esercito produsse appositamente alcuni T.S. con astina e calci proprietari per ospitare, sul lato, un lanciagranate: questo era noto come Tromboncino modello 1928, ed era sostanzialmente un'tubo lancia granate facilmente portatile.

Questo venne creato su richiesta del Ministero della guerra al fine di offrire alle squadre di fanteria un maggiore supporto diretto durante gli scontri ravvicinati. Questo sia in caso di azioni a lungo raggio senza supporto diretto dell'Artiglieria, sia per offrire supporto diretto durante assalti regolari. Ogni squadra di Fanteria venne quindi dotata di 3 soldati dotati di Moschetto con Tromboncino mod.28.

Il Tromboncino veniva caricato inserendo una granata, (creata appositamente per questo progetto), nella volata del Tromboncino; quindi si estraeva l'otturatore dal moschetto, si inseriva manualmente una cartuccia a pallottola regolare nella faccia dell'otturatore e si inseriva l'otturatore nella culatta mobile del Tromboncino (identica a quella della carabina). A questo punto, premendo il grilletto della carabina, veniva attivato il dente di scatto del Tromboncino, il percussore veniva rilasciato, il colpo sparato e la granata veniva quindi proiettata in avanti.

Il concetto del Tromboncino ebbe una vita davvero breve, per diversi motivi:
- Il Tromboncino mod. 28 era ingombrante, costoso, scomodo da caricare e toglieva la capacità dei fucilieri di sparare con la carabina mentre utilizzavano il Tromboncino.
- Il Tromboncino aveva una canna molto corta, quindi la precisione era più legata al caso che ad uno studio vero e proprio  con una gittata era massima di 200 metri.

I Tromboncini mod. 28 furono rimossi dal servizio con l'introduzione del mortaio leggero Brixia mod. 35 in 45mm, che funzionava essenzialmente nello stesso identico modo, ma con canna più lunga, migliore precisione, carica esplosiva migliorata all'interno di un proiettile più grande, capace di raggiungere i 500 metri.
Questo era naturalmente possibile perchè il Brixia 35 non doveva essere sparato da imbracciato, ma era installato su un affusto adeguato a gestirne il rinculo e l'affidabilità sulle lunghe distanze, gestito da una squadra apposita.

I moschetti che montavano il Tromboncino mod.28 furono smontati, la maggior parte dei tromboncini furono rottamati e riciclati in fonderie, mentre le vecchie calciature, ormai obsolete, ebbero gli spazi vuoti riempiti con intarsi di legno, e vennero riciclate prevalentemente in altri Moschetti mod. 91 o in mod.38 convertiti.

Si possono facilmente individuare i moschetti TS che sono stati prodotti per essere assemblati con un Tromboncino mod.28: hanno il punzone della fabbrica produttrice che occupa solo metà della faccetta superiore dell'ingrossamento della canna.
Solo Terni e Gardone V.T. assemblarono Tromboncini, quindi si troveranno solo questi due fabbricanti con questa marcatura peculiare, solitamente tra il 1928 e il 1935.

Altro indizio della presenza dell'ex Tromboncino è la tacca di mira, che sul lato sinistro mantiene le vecchie tacche di mira del tromboncino per i 100, 150 e 200 metri, mentre l'alzo proprio del tromboncino è stato rimosso

tromb_1.jpg
tromboncino segni distintivi.jpg

Altre caratteristiche delle armi con Tromboncino mod.28 che si possono trovare sugli altri modelli sono:
- i bocchini del TSM/Fucile con una linguetta metallica aggiunta che sostiene l'astina superiore dell'arma: questi erano esclusivi delle armi che montavano il Tromboncino mod.28. 
- Le Calciature dei Moschetti con Tromboncino, con i fori necessari per alloggiare ed azionare il tromboncino riempiti con intarsi e tasselli in legno. Queste calciature si ritrovano per la gran parte riciclate sui Moschetti mod. 38 in 7.35 e in altri moschetti ricondizionati successivamente. 

segni tromboncini strani.jpg

PRODUZIONE ED USO

La produzione dei moschetti TS nella nuova configurazione (e spesso con Tromboncino) iniziò nei due Arsenali di Stato che ancora producevano armi, Terni e Gardone Val Trompia (formalmente denominato Sezione Fabbrica d'Armi Regio Esercito - Gardone Val Trompia)

​

​All'inizio degli anni '30 altre industrie private si unirono allo sforzo produttivo.
Il trampolino di lancio per le linee di produzione di armi mod.91 per l'industria privata arrivò grazie ad un grosso contratto della Marina per convertire i vecchi fucili mod.91 in Moschetti per TS.

ITALIAN  ROYAL NAVY  CONTRACTS

Nel 1929 la Regia Marina Italiana, vedendo la produzione in serie dei TS da parte degli arsenali di Stato, decise di standardizzare completamente il suo equipaggiamento attorno al Moschetto mod.91 per T.S.. Ma prima di iniziare a produrre armi da zero, decisero di convertire i vecchi fucili mod.91 che avevano ancora nei loro magazzini. Poiché la Marina aveva un sistema di approvvigionamento completamente diverso da quello dell'Esercito, decisero di contattare direttamente diversi produttori di armi privati ​​per completare questa conversione.

Queste industrie private erano:
- MBT, che convertì circa 6000 armi
- P. Lorenzotti (poi F.N.A.) convertendo circa 10,500 armi
- Beretta, convertendo circa 20,000 armi


Tutti questi "nuovi" Moschetti per T.S. hanno riciclato il calcio, l'otturatore, il castello e le parti metalliche del vecchio fucile, adattandoli alla nuova configurazione per T.S.. Fondamentalmente le aziende incaricate delle conversioni hanno semplicemente prodotto nuove canne e mire per Moschetto TS, tagliando e adattando il calcio alle nuove dimensioni, e curvato la leva dell'otturatore.

Beretta contrassegnò le armi prodotte da questo contratto con la Marina in un modo specifico, molto diverso dai classici marchi imposti su armi mod.91 fino a quel momento (e anche dopo):
- BERETTA sulla faccia superiore
- GARDONE V.T. e l'anno di produzione sulla faccetta di sinistra
- Il numero di serie (senza preffisso) sulla faccetta di destra

marinatsberetta.jpg

Una volta assemblati, i fucili venivano controllati da un ispettore militare della Regia Marina.
​
Tutti i TS ottenuti convertendo i vecchi fucili lunghi per la Marina Militare Italiana riportano sull'ingrossamento della canna la sigla FG in un ovale, FE in un ovale o con un nodo Savoia coronato.
FG dovrebbe indicare Falconi Giovanni, ispettore della Marina Militare Italiana con sede a Brescia.

maarinaarghhy.jpg

Beretta e FNA utilizzarono questi contratti della Marina per finanziare e giustificare la costruzione delle loro nuovissime linee di produzione per le armi da fuoco Mod. 91, che saranno fruttuose negli anni successivi. ​

​Il successivo contratto F.N.A. per il Ministero della Guerra, vinto nel maggio 1930, portò alla produzione di ventimila Moschetti per T.S. tra il 1931 e il 1933, seguito poi da numerose altre commesse per la la Regia Marina e per il Regio Esercito.

Periodo Interbellico

Nel periodo tra le due guerre, che copre la seconda guerra italo-etiope (1935-1936), e la guerra civile spagnola, I Moschetti per T.S. possono essere visti nelle mani di ogni tipo di truppa. Fanteria, Artiglieria, Equipaggi mitragliatori, Squadre della Marina, Bersaglieri, Alpini: come indicato nel capitolo precedente, il Moschetto T.S. era visto come un'alternativa più efficace rispetto al lungo e ingombrante Fucile, quindi il suo uso divenne trasversale. Benchè la resa balistica nella canna corta del Moschetto non fosse all'altezza di quella del fucile, la sua praticità era nettamente superiore a qualsiasi considerazione legata al tiro di precisione.

La produzione del Moschetto mod. 91 T.S.  continuò regolarmente fino all'adozione del Moschetto mod. 38 per T.S.  in 7,35x51.

La FNA fu l'unica fabbrica che, nel 1939, con la produzione delle armi in 7.35 già in corso, realizzò un lotto di circa 10.000 esemplari di moschetto T.S. con mire regolabili (ma canna con ingrossamento arrotondato) per la Marina Militare italiana.

Seconda Guerra Mondiale

Dopo che il progetto delle armi mod.38 in 7.35x51 venne abbandonato, Gardone V.T. e Beretta avviarono la produzione del Moschetto mod. 91/38 per T.S. in 6,5x52.

 

Come accennato, la FNA fu l'unica fabbrica a produrre un lotto di circa 10k T.S. con tacca di mira regolabile per la Marina Militare Italiana, nel 1939, per poi riprendere la produzione con tacca di mira fissa negli anni successivi.

il Regio Esercito Italiano continuò ad utilizzare il Moschetto TS in 6,5 per tutta la durata della Seconda Guerra Mondiale, e molte di queste armi finirono nelle mani dei partigiani e delle truppe tedesche.

Uso Postbellico

Il TS è stato ampiamente utilizzato dalle Forze dell'Ordine italiane fino ai primi anni 2000, per lo più con un Tromboncino mod.43 (con granata inserita nella "tazza" del tromboncino) o con un Tromboncino mod. 61-63 (congranate stile Energa infilate sopra il tromboncino stesso) montato sulla canna, in grado di sparare granate lacrimogene a notevole distanza.

Circa 18,000 di questi Moschetti sono stati rimossi dal servizio nel 2010 e venduti ad un grossista nel 2019.
​Sono stati recentemente importati negli Stati Uniti, distribuiti da importatori come Royal Tiger Imports e J&G Sales.

© 2025 by Il Furiere Indulgente

bottom of page