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MOSCHETTO MODELLO 1891
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SVILUPPO
Con l'introduzione del Fucile Carcano mod. 91 in sostituzione del Fucile Vetterli mod. 70/87, il grosso dell'esercito italiano era coperto, almeno per quanto riguarda il fucile d'ordinanza.
Tutte le unità di fanteria utilizzavano il Fucile, ma le truppe mobili, come la Cavalleria, avevano ancora in dotazione i Moschetti Vetterli da Cavalleria mod. 1870, quindi anche per loro era necessario un aggiornamento.
Con delibera del 15 luglio 1893 venne adottata la prima variante del Fucile Mod. 91, denominata Moschetto Modello 1891.
Il termine "Cavalleria" fu formalmente abbandonato, poiché questo moschetto avrebbe dovuto servire diverse altre unità mobili, come Carabinieri e in seguito i Bersagli ciclisti e altre unità minori; ma "moschetto per cavalleria" sopravvisse come termine colloquiale nell'Esercito, riportato anche in manuali successivi.
Il nuovo Moschetto mod.91 ereditava l'impiego tattico della baionetta del mod.70: il vecchio moschetto m70 aveva una baionetta a spiedo, simile a quella dei primi Mosin-Nagant, sempre tenuta sotto la canna del moschetto e tenuta in posizione con una vite.
Il nuovo Moschetto venne invece adottato con una baionetta permanentemente articolata alla canna dell'arma, con la capacità di ruotare attorno ad una braga, ripiegandosi sotto la canna quando non in uso e rimanendo nella posizione prescelta tramite ritegni a cursore montati lateralmente, sulla baionetta stessa.
Secondo alcuni autori, la Prima produzione di moschetti mod. 91 (1893-1895) avrebbe utilizzato un vitone di rinforzo trasversale come il Fucile, ma l'unico modello che risulta avere questa caratteristica è quello pubblicato sull' Illustrazione Italiana del 26 Agosto 1894, probabilmente un modello di pre-serie. Calciature con cartigli di Brescia 1893-94 non presentano nessun alloggiamento specifico per vitoni trasversali.
Tutte le armi fino alla Prima Guerra Mondiale erano prive dell'astina superiore, come nei vecchi modelli Vetterli.
​
I Moschetti, al contrario dei fucili, vennero prodotti fino al 1935 esclusivamente fresando direttamente dalla canna gli zoccoli che svolgevano la funzione di base per le mire.
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PRODUZIONE ED USO
La produzione iniziò nell'Arsenale di Brescia (Regia Fabbrica d'Armi - Brescia) nel 1893, e fu mantenuta esclusivamente da Brescia fino alla sua dismissione intorno al 1922/23.
​​​Il Moschetto divenne l'arma d'ordinanza per le poche unità di cavalleria e cavalleggeri del Regio Esercito italiano, per le truppe mobili dei Carabinieri (soprattutto quella incaricata di compiti di Polizia Militare, mentre le unità combattenti usavano il Fucile) e successivamente per i Bersaglieri Ciclisti, fondati nel 1898 (I Bersaglieri regolari mantennero il Fucile mod.91).
Successivamente, intorno al 1914, venne rimosso per un breve periodo dal servizio con i Bersaglieri ciclisti per essere sostituito dal Fucile mod.91, modificato con attacchi per la cinghia laterali. Questa sostituzione venne mantenuta solo fino alle prime fasi della Prima Guerra Mondiale.
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​​Tutte le armi mod.91 fino al 1912 vennero prodotte con l'estrattore che passava attraverso il tenone dell’otturatore, con due forme distinte:- Il primo estrattore (Denominato semplicemente Vecchio Tipo al momento dell'aggiornamento) consisteva in un unghia relativamente piccola e distinta dal modello successivo dalla presenza di spigoli vivi.- Nel 1902-1903 venne introdotto un nuovo estrattore (Denominato Nuovo Tipo), più allungato e dalle forme più curve ed addolcite.​Dopo il 1912 l'estrattore venne fatto passare dall'esterno del tenone, scendendo da sopra anziché dal lato (Circolare n.40 del 28 Gennaio 1913).
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Evoluzione degli Estrattori
First World War
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Il Moschetto verrà distribuito nel corso della Prima Guerra Mondiale a diversi corpi del Regio Esercito: equipaggiò ampiamente i reparti di Cavalleria e di Cavalleggeri, le unità mobili dei Carabinieri e dei Bersaglieri, ed infine venne ampiamente distribuito alle unità d'assalto, come le compagnie della morte e gli Arditi.
Durante la Prima Guerra Mondiale sorsero alcune problematiche riguardo il Moschetto:
-
I ritegni della baionetta si rivelarono troppo deboli per un uso prolungato o per urti improvvisi, causando il dispiegamento della baionetta nei momenti peggiori (sia durante gli attacchi che durante il trasporto): questo venne risolto da alcuni reggimenti di cavalleria adottando una modifica creata ed applicata sul campo (assolutamente rara al giorno d'oggi) consistente in una barra metallica che teneva salda in posizione il cursore della baionetta, con un dado a farfalla per allentare o stringere la barra nella posizione prescelta (vedi foto sotto).
-
La mancanza di un astina in legno a coprire la parte superiore delle canne causava notevoli problemi nell'impugnare l'arma, anche solo dopo pochi colpi. Questo problema venne risolto facilmente adottando un'astina in legno e modificando la fascetta dell'arma, rimuovendo un po' del materiale a contatto con la canna in modo tale da lasciare lo spazio per inserire con un a linguetta in lamiera metallica, necessaria per trattenere l'astina in posizione. Essendo una modifica facilmente eseguibile sul campo, Brescia cominciò a fornire le parti e le istruzioni necessarie per attuarla a partire dal 1916, mentre i moschetti prodotti dopo questa data ebbero la linguetta direttamente saldata sulla fascetta.
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Lever Bayonet Latch and Handguard Adoption Circular
Circolare n° 400 del 30 giugno 1916
"Per rendere più solidale alla canna la baionetta dei moschetti mod. 91 per cavalleria, nelle due posizioni, è adottato un nuovo tipo di braca di attacco, in sostituzione di quello attualmente in uso. Inoltre è adottato, per gli stessi moschetti, un copricanna quasi eguale a quello del fucile mod. 91. In conseguenza di tale adozione il Ministero determina che i moschetti di nuova fabbricazione vengano senz’altro allestiti col nuovo tipo di braca e muniti del copricanna suddetto, mentre quelli in distribuzione ai corpi, depositi e direzioni d’artiglieria saranno man mano modificati con le norme qui appresso indicate.
1- L’applicazione del copricanna dovrà essere effettuata presso gli enti medesimi che hanno in carico i moschetti. Essi riceveranno, pertanto, dalla fabbrica d’armi di Brescia e dietro loro richiesta, il numero di copricanna e relative parti occorrenti. Non essendo poi, conveniente smontare gli attuali zoccoli per modificarli, essi saranno lasciati quali sono, curando di adattarvi opportunamente i copricanna secondo l’istruzione che la fabbrica d’armi di Brescia ha già impartita ai capi armaiuoli dei corpi e alle direzioni.
2- Per la modificazione all’attacco della baionetta, la fabbrica d’armi di Brescia inizierà subito l’allestimento delle nuove brache e delle nuove baionette secondo il tipo ora adottato, che distribuirà ai corpi e direzioni, secondo le richieste che dai medesimi le perverranno. Questi ne effettueranno sollecitamente la sostituzione a quelle attuali, dando la precedenza ai moschetti finora esclusi dalla modifica transitoria, eseguita, per speciali circostanze, presso taluni reggimenti di cavalleria. Le baionette con le relative brache del modello abolito, che così si renderanno disponibili, dovranno essere inviate, senza ritardo, alla suddetta fabbrica d’armi, la quale, dopo averle modificate secondo il nuovo tipo, le adatterà ai moschetti in riparazione.
Il Ministro: P. Morrone
La circolare del Ministero della Guerra n.400 del 30 Giugno 1916 impose alla Fabbrica d'Armi di Brescia di:
- Implementare nella produzione del Moschetto mod.91 una nuovo sistema di svincolo della Baionetta (quella a leva) in modo da sostituire la vecchia baionetta con cursore laterale.
- Implementare un astina superiore standardizzata per tutti i Moschetti, installabile modificando lo zoccolo della tacca di mira (rimuovendo semplicemente materiale sufficiente per ospitare saldamente l'astina) e aggiungendo una lamiera aggiuntiva alla fascetta.
Queste modifiche vennero spesso applicate anche dagli armaioli del reggimento e dalle officine del Regio Esercito quando un'arma veniva danneggiata e aveva bisogno di una riparazione/riarsenalizzazione, con parti mandate direttamente dalla Fabbrica di Brescia.
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- Original rear sights
- Rear sights updated to
host the handguard
​​​​Upper pic courtesy of C. Hilsdorf
- Original barrel band
- Barrel band updated
to ​host the handguard
Upper pic courtesy of C. Hilsdorf
Il Moschetto mod.91 continuerà ad essere prodotto con il sistema di svincolo a leva fino al 1937/38, periodo in cui vennero implementati da tutte le fabbriche e gli arsenali italiani le semplificazioni di produzione introdotti da Terni del 1935-38, come vedremo nel paragrafo successivo.
Le baionette con il sistema a cursore ormai "obsoleto" continueranno a circolare e ad essere riciclate nel corso dei decenni, anche nei moschetti mod.38 ottenuti dalla conversione di Moschetti mod.91. ​Lo svincolo della baionetta "temporaneo" creato sul campo dalle compagnie di cavalleria nel 1915-16 verranno invece eliminate non appena l'arma che le possedeva raggiungeva un arsenale o un'officina, causando quindi una rarità assoluta di queste modifiche.
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Periodo Interbellico
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Dopo la Prima Guerra Mondiale, il Moschetto mantenne la sua importanza, soprattutto in quanto vene ampiamente utilizzato dalla neonata Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, braccio armato del regime fascista.
Al contempo veniva utilizzato dalle Guardie di Pubblica Sicurezza (antenata della Polizia Statale), dai Carabinieri e dalle guardie personali (Moschettieri del Duce, Guardia del Duca d'Aosta).
​La produzione riprese a pieno ritmo tra la fine degli anni '20 e l'inizio degli anni '30, ad opera degli Arsenali di Terni e Gardone V.T., affiancati da industrie private come la Beretta e la neonata FNA. La produzione continuò fino all'adozione del Moschetto mod. 38 in 7,35x51.
Aggiornamenti Terni 1935-36
Intorno al 1935 furono sviluppati dall'arsenale di Terni nuovi metodi di produzione, tanto che pian piano si vedono tutti i costruttori adeguarsi alle seguenti trasformazioni per il mod.91:La base della tacca di mira non è più saldata alla canna, ma saldata su un manicotto amovibile, mantenuto in posizione da un perno. Pertanto la tacca di mira è stata spostata leggermente in avanti e l'astina di questi moschetti sarà leggermente più corta di quella dei moschetti a gambo ottagonale. I fianchi della tacca di mira divennero diritti sul fondo poiché appoggiavano su una superficie cilindrica piana e non più su una superficie conica.
-
Ingrossamento della canna arrotondato anzichè a 5 faccette lisce
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Canna con rigatura a passo costante
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Sistema di svincolo della baionetta standardizzato a pulsante ( introdotto nel 1936, universalmente adottato solo nel 1938)
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La base del mirino non è più fissata alla canna: il mirino inizia ad essere montato, con un attacco a coda di rondine, direttamente sulla braga della baionetta; al contempo la posizione del mirino viene spostata verso la volata.
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La Braga della baionetta non è più tenuta in posizione dalla vite passante per il foro che attraversa lo zoccolo del mirino, ma viene mantenuta in posizione da una vite adagiata su una scanalatura trasversale sulla parte superiore della canna.
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La base della tacca di mira non è più fissata alla canna, ma direttamentefresata su un manicotto amovibile, infilato sopra la canna assottigliata, e mantenuto in posizione da una spina. Questa modifica richiese lo spostamento in avanti della tacca di mira, pertanto l'astina di questi moschetti sarà leggermente più corta di quella dei moschetti con canna "ottagonale". Un altra conseguenza di questo cambio fu che I fianchi della base della tacca di mira divennero diritti sul lato lungo, poiché appoggiavano su una superficie cilindrica piana e non più su una superficie conica.
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on l'adozione del bottone trasversale come metodo di svincolo definitivo della baionetta per i Moschetti, molte armi vennero aggiornate al nuovo standard, sia in fase di riparazione sia, apparentemente, anche con armi ancora stoccate in arsenale.
È assolutamente normale incontrare braghe della baionetta prodotti negli anni 1916-1937 con lo svincolo a levetta rimosso e sostituito dal pulsante, con le scanalature e i fori ancora presenti, come silenziosa testimonianza del sistema di svincolo precedente.
Questo,insieme alla mancanza di chiarezza della circolare n.400 del 30/3/1916 e all'estrema rarità delle modifiche "transitorie" eseguite sul campo, è uno dei motivi principali per cui i collezionisti in passato hanno fatto fatica a comprendere i periodi di adozione dei diversi sistemi di svincolo della baionetta.
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Bersaglieri in Summer 1941.
​​You can clearly see that the earlier lever style bayonet mount was modified to host the button, leaving the lever "guide" grooves and holes in place.
Most pics depicting Bersaglieri shows similar systematic modifications
Archivio Centrale dello Stato

​Inoltre, visto che negli arsenali Italiani non si buttava via niente, si potranno vedere diverse combinazioni di braghe, mirini e svincoli, spesso mescolati insieme.​Quindi, è frequente vedere i moschetti mod 91 convertiti allo standard mod.38 in 7.35x51 con i vecchi svincoli intatti ( o aggiornati al bottone) e con i mirini aggiornati alla loro forma "a pinna".​
Tutti gli aggiornamenti introdotti da Terni nel periodo 35-38 verranno implementati sulle seguenti produzioni di Moschetti mod.38 in 7.35x51 e sui successivi mod.91/38 in 6,5x52.
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Seconda Guerra Mondiale
Dopo che il progetto mod.38 in 7.35x51 venne abbandonato definitivamente, l'arsenale di Gardone V.T. e la fabbrica Pietro Beretta cominciarono a produrre il Moschetto mod.91/38 con tacca di mira fissa in 6.5x52. La F.N.A. fu l'unico produttore che continuò a produrre moschetti con tacche di mira a tangente, regolabili.
Non ci sono ragioni certe per questa discrepanza, l'opinione dell'autore è che la F.N.A. abbia continuato a produrre mirini regolabili per le truppe d'élite che necessitavano di moschetti capaci di tiro mirato, come le unità mobili dei Bersaglieri e degli Alpini.
Il Moschetto mod.91 infatti continuerà ad armare svariati corpi del Regio esercito durante la Seconda Guerra Mondiale. Si vede principalmente nelle mani di Bersaglieri, Alpini e Paracadutisti, ma erano molto diffusi anche nelle mani di equipaggi di supporto/artiglieria/mitragliatrici, insieme al Moschetto per TS.
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In questo lasso di tempo (1941-1942) la FNA produsse anche un lotto di circa 10mila unità, presumibilmente destinato alla Polizia di Stato italiana (Guardie di Pubblica Sicurezza), differenziato dalla produzione standard dell'esercito per il suo prefisso seriale PS.
​
La produzione FNA del Moschetto mod. 91 fu proseguita (a ritmi notevolmente ridotti e limitati perlopiù all'assemblaggio di parti già prodotte) anche sotto l'occupazione tedesca nel 1943-45, poiché queste comode armi erano ricercate negli ultimi disperati mesi di guerra.
Uso Postbellico
Il Moschetto Mod. 91 rimase in servizio per decenni nell'Esercito Italiano, nella Polizia e nei Carabinieri.
Nell'esercito venne per lo più relegato a compiti di addestramento, pattuglia e guardia, in modo tale da non dare armi da fuoco semiautomatiche nelle mani di reclute giovani e inesperte, soprattutto durante i turni notturni.
La Polizia italiana (Guardie di Pubblica Sicurezza, poi ribattezzata Polizia di Stato) mantenne una scorta di circa 40.000 moschetti per eventuali operazioni anti-insurrezione/operazioni speciali e per la difesa di caserme/questure, insieme a MAB 38, Beretta M12, mitragliatrici Bren in 30.06 e fucili a pompa.

Questi Moschetti sono stati rimossi dal servizio nel 2010 e venduti ad un grossista nel 2019.
​Sono stati recentemente importati negli Stati Uniti, distribuiti da importatori come Royal Tiger Imports e J&G Sales.