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TROMBONCINI
GRANATE DA FUCILE

Tromboncino [trombonˈtʃiːno]: diminutivo di Trombone, ma non necessariamente lo strumento musicale del XV secolo: Trombone in italiano indica una grande Tromba.
Tromba deriva dall'antico latino per Tuba, che indica sia una tubazione che un antico strumento musicale di forma conica, in seguito modificato dalle lingue tedesche nel termine Trumba.
La parola Trombone è stata usata fin dal XVI secolo per indicare gli archibugi leggeri, indicando, ancora una volta, un oggetto simile ad una tromba, a causa della loro volata di forma conica.
Quando gli spegnifiamma/rompifiamma furono introdotti come accessorio per le armi alla fine del 1800, erano di forma conica; e, ancora una volta, sembravano la parte terminale di una tromba, quindi furono chiamati Tromboncini nella terminologia italiana. Quando vennero introdotti i tubi lanciagranate montati sulla canna (per le granate Bertone e Vivien-Bessiere) vennero rapidamente soprannominati anche loro come "Tromboncino". Specie in quanto i francesi fecero lo stesso, chiamando i tubi di lancio per la V-B "Tromblon". Il nome italiano completo per questi dispositivi sarebbe Tromboncino Lanciagranate, per differenziarlo dal Tromboncino Spegnifiamma/Rompifiamma.

PRIMA GUERRA MONDIALE

AASEN

Nel 1906 l'inventore Norvegese Nils Waltersen Aasen brevettò un sistema di bomba a mano piuttosto moderna ed efficace. Nel giro di pochi anni la sviluppò ulteriormente e, visto che il governo Norvegese non era interessato al progetto, fondò una propria ditta in Danimarca, con il nome di Det Aasenske Granatkompani.

Questo nuovo sistema d'arma ebbe un successo commerciale strepitoso, venendo rapidamente adottato da diverse nazioni europee, incluse Francia ed Italia negli anni immediatamente precedenti il primo conflitto mondiale. L'Italia in particolare la adottò, nelle forme di bomba a mano e bomba di fucile, già nel 1912, per usarle durante la guerra Italo-Turca.

All'entrata in guerra nella Prima Guerra Mondiale vennero riutilizzate durante le prime fasi del conflitto, per esere poi sostituite dai modelli introdotti successivamente.

Particolarità dell'adozione italiana di questa granata è che venne introdotta in servizio con un asta governale utile per essere utilizzata con il Moschetto mod.1870 anzichè del Fucile mod.91.
Nel 1915 alcune di queste verranno modificate con un asta governale più sottile e da un disco alla base della granata, utile a occludere perfettamente lo sfiato dei gas al momento dello sparo.

La granata, inserita l'asta governale nella canna del fucile, veniva proiettata tramite l'uso di apposite cartucce a salve, caricate con 0,475gr di solenite per la media distanza (Tappo verde, una tacca segnata sul fondello) o con 1gr di solenite per la lunga distanza (Tappo giallo, due tacche segnate sul fondello).

La gittata massima era di circa 300 metri, e la traiettoria dipendeva molto dai fattori ambientali (soprattutto da eventuale vento).
La granata si innescava in aria grazie all'elica posta sul davanti, e scoppiava quando urtava il terreno, proiettando 72 palle di ghisa entro 7 metri.

Aasen Rifle Grenade
Aasen rifle grenade used in a Vetterli M70 carbine

BENAGLIA

All'entrata in guerra lo Stato Maggiore si rese rapidamente conto che la guerra di trincea necessitava maggiori innovazioni anche dal punto di vista dell'armamento di Fanteria. 

Si cominciò subito a sperimentare un nuovo tipo di granata di fucile, denominata Benaglia dal suo creatore.

​Questa consisteva in un involucro in ghisa riempito di esplosivo, con un percussore azionato dall'urto a terra. L'asta governale alla base della granata andava inserita nella canna del fucile o moschetto, dopodichè si inseriva un apposita cartuccia (sostanzialmente una cartuccia ordinaria mod.91-95 senza palla, tappata con un disco di cartone) e si procedeve al fuoco, inclinando il fucile nella direzione e angolazione indicata dall'ufficiale.

Benaglia rifle grenade
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Tra l'estate del 1915 e il 1916, quando venne formalmente adottata, si susseguirono diversi modelli sperimentali, con diversi inneschi, stampi di ghisa, percussori, tappi di caricamento e governali. In particolare i primi modelli avevano sulla base uno zoccolo di legno per dare una forma aerodinamica, al quale verranno poi aggiunta una lamiera dotata di alette per stabilizzare la caduta. Vi era anche la variante "Gussi, con una "gonna" in lamiera che garantiva l'aerodinamicità nella fase della caduta.

Benaglia rifle grenade in a set

Al termine delle sperimentazioni venne adottata la forma definitiva, con tre alette fissate direttamente all'asta governale tramite un dado.Verrà usata fino al termine della guerra.

Benaglia on the Italian front, cavalryman
Benaglia on the Italian Front

BERTONE

Bomba da fucile adottata nei primi mesi del 1917, sviluppata dal Capitano Emanuele Balbo Bertone di Sambuy, ispirandosi alla Vivien-Bessiere.
Come la VB veniva lanciata attraverso un tubo di lancio innestato sulla canna del Fucile o del Moschetto, e veniva operata utilizzando le cartucce ordinarie 91-95.

Al momento dello sparo, la palla passava attraverso la bomba, innescando una capsula d'accensione che avviava la miccia del detonatore, della durata di 9 secondi. Dopodichè la Bomba veniva proiettata in avanti dai gas dello sparo che seguivano la palla.

La gittata massima era di 250 metri col fucile e 300 metri col moschetto, e le sue schegge allo scoppio potevano raggiungere una distanza di 50 metri.

Messa frettolosamente in produzione, ben presto sorsero diversi problemi, sia in termini di difetti di fabbricazione sia con resoconti di soldati che segnalavano incidenti catastrofici durante il suo utilizzo.
A causa di questa limitata affidabilità e della carica esplosiva più piccola rispetto alla sua controparte francese, la produzione fu interrotta nel 1917. Tuttavia, rimase in uso fino alla fine del conflitto ed è ancora presente in alcuni manuali del Regio Esercito del 1919-1920.

Bertone rifle grenade
Cpt. Bertone

Cpt. Emanuele Balbo Bertone di Sambuy

EXCELSIOR-THEVENOT P2/P3

Quando l'Italia entrò nella Grande Guerra al fianco delle potenza dell'Intesa, cominciò a ricevere ingenti quantitativi di cibo, armi e munizioni.  In particolare l’Italia ottenne diverso equipaggiamento dall’alleato Francese, sotto forma di Artiglierie, mitragliatrici st. etienne e fucili (Lebel e Berthier).
Tra le altre forniture, la Francia fornì anche diverse bombe a mano Excelsior-Thevenot P2, e Bombe da fucile P3, assieme alle informazioni necessarie per produrle.

La bomba Excelsior-Thevenot era molto simile alle granate sviluppate da Aasen, sia come forma sia come funzionamento.
Anche le E-T infatti avevano un elica sulla loro sommità che, lungo la traiettoria di caduta, girava svitando la sicura e permettendo al percussore di essere azionato al momento del contatto con il suolo.
La differenza principale delle E-T rispetto alle Aasen era la presenza di una copiglia (spoletta) di sicurezza che teneva fermo tutto il meccanismo durante il trasporto.

La versione P3 da fucile differiva dalla versione a mano dal fatto che aveva alla sua base, anziché il manico in legno, un asta governale con un tubo intorno, in modo tale da innestarsi correttamente nella canna del fucile e mantenere una forma aerodinamica durante il volo, in modo che cadesse di testa, azionando regolarmente il percussore.

Thevenot Rifle Grenade

Altra differenza tra bomba a mano P2 e da Fucile P3, estrapolata dai vari schemi ed istruzioni, è che le P2 avevano un corpo (rivestito da lamiera) formato da palline di ghisa tenute insieme da un materiale resinoso, mentre le P3 avevano un corpo (coperto di lamiera) di ghisa fuso, con le scanalature necessarie alla frammentazione.

Pesante circa 400 grammi di cui 80 grammi di esplosivo "Echo", aveva gittata massima di circa 200 metri e aveva un raggio d'azione intorno ai 20 metri. Venivano sparate con una cartuccia con un tappo in legno al posto della palla.

Vi era anche una variante di Excelsior Thevenot sparabile direttamente da un tubo di lamiera indipendente con carica incorporata. Questo congegno, monouso, era  la versione denominata AF.

VIVIEN-BESSIERE

Creata dai Francesi nel 1916, arrivò in massa in Italia solo dopo la disfatta di Caporetto, all'inizio del 1918, assieme a innumerevoli altri aiuti bellici forniti dall'alleato Francese.

La Vivien- Bessiere funzionava come la sopramenzionata Bertone, si posizionava in un apposito tromboncino posto alla volata della canna, venendo sparata con una cartuccia ordinaria. Al momento dello sparo, la palla passava attraverso la bomba, innescando una capsula d'accensione (H nel disegno) che avviava la miccia del detonatore, della durata di 8 secondi. Dopodichè la Bomba veniva proiettata in avanti dai gas dello sparo che seguivano la palla.

​Pesante circa 450 grammi di cui 60 grammi di esplosivo "Cheddite", aveva gittata massima di circa 180 metri e aveva un raggio d'azione intorno ai 50 metri.

Venne sperimentata una conversione adattabile ai Fucili mod.91, ma questa non venne portata avanti in quanto il calibro della palla e i gas sprigionati dalla munizione mod.91-95 non riuscivano spesso a lanciare la bomba alle distanze desiderate nè ad innescarla in maniera efficace. 

Vivien Bessier VB rifle grenade

Pertanto queste granate vennero perlopiù utilizzate nei fucili Lebel e Berthier offerti come aiuto bellico.

PROTOTIPI

BOMBA P.E. PER FANTERIA (PIERSANTELLI)

Prototipo di cui sappiamo ben poco.

Sostanzialmente era un acccessorio applicabile sui fucili mod.91, sparante una granata di 350grammi, lunga 15cm, con 1000 schegge di ghisa per ogni testata. La gittata era di circa 400 metri (Così almeno è riportato sui reperti in nostro possesso), distanza molto ottimistica per un artifizio di queste dimensioni.

Il lancio della granata avveniva attraverso una carica esplosia contenuta nel tubetto posto dietro la granata e azionato da una percussore a molla (azionato a mano).
Mai entrata in produzione.

Rifle grenade prototype
Rifle grenade prototype

Collezione Taglier, tramite R.Stevanin

PERIODO INTERBELLICO

TROMBONCINO MOD.28

Tromboncino m28

Nella seconda metà degli anni '20, dopo le esperienze maturate durante la Grande Guerra e le campagne di "pacificazione" dell'Africa Settentrionale, il Ministero della Guerra indisse un bando per equipaggiare le squadre di fanteria con un maggiore supporto diretto durante gli scontri ravvicinati, specie durante le operazioni non coperte direttamente dal tiro dell'artiglieria.

Le richieste (basandosi sui progetti, brevetti e prototipi arrivati fino a noi) erano probabilmente le seguenti:
- Il nuovo sistema d'arma doveva poter essere montato sui Moschetti mod.91 per TS (o i mod.91/24).
- il Tromboncino non doveva impedire in alcun modo e in nessun frangente l'uso regolare del moschetto, pertanto doveva essere montato in una posizione separata apposita.
- il Tromboncino doveva essere capace di proiettare una granata esplosiva di circa 40mm di diametro a una distanza di 200 metri. La granata in questione doveva poter essere utilizzata sia dal tromboncino che poter essere lanciata a mano dai soldati di truppa. 
- Il Tromboncino doveva proiettare la granata usando le munizioni ordinarie a palla mod.91/95.
- Il Tromboncino doveva essere azionato con lo stesso grilletto del moschetto.


Al bando molto probabilmente parteciparono la MBT e la Breda, assieme ad altri, sia per il modello di tromboncino che per la granata da utilizzare. Seppur non avendo notizie certe a riguardo, sembra che il modello di Tromboncino vincitore sia stato quello presentato da Terni, adottato formalmente come Tromboncino mod.28.

Il Tromboncino mod.28, montato sul lato sinistro del Moschetto mod.91 per TS (modificato) tramite appositi intarsi nel legno, era sostenuto tramite un intelaiatura metallica e aveva il meccanismo di azionamento direttamente collegato al grilletto del moschetto.

Tromboncino m28 disassembled

Veniva caricato inserendo una granata, (creata appositamente per questo progetto, circa di 72mmx38), nella volata del Tromboncino; quindi si estraeva l'otturatore dal moschetto, si inseriva manualmente una cartuccia a pallottola regolare nella faccia dell'otturatore e si inseriva l'otturatore nella culatta mobile del Tromboncino (identica a quella della carabina). A questo punto, premendo il grilletto del moschetto, veniva attivato il dente di scatto del Tromboncino, il percussore veniva rilasciato, il colpo sparato e la granata veniva quindi proiettata in avanti coi gas sprigionati dalla munizione.
La palla della cartuccia non veniva però proiettata assieme alla granata, ma veniva trattenuta nella camera di scoppio, ed espulsa assieme al bossolo esploso.

​ Ogni squadra di Fanteria di 15 soldati venne quindi dotata di 3 soldati dotati di Moschetto con Tromboncino mod.28.

Nel giro di poco tempo ci si accorse che la granata adottata inizialmente (simile alle granate "S" e "MCS") non era particolarmente performante: oltre ad avere una traiettoria piuttosto erratica, spesso non esplodeva al contatto col suolo, per un angolazione sbagliata o perché non rilasciava il percussore correttamente. Questo era sicuramente un limite legato al requisito di avere una granata utilizzabile sia tramite tromboncino (senza rigatura) sia da a mano, pertanto la granata in questione doveva essere in grado di esplodere al contatto del suolo indifferentemente dall'angolazione dell'impatto, sia doveva essere abbastanza sicura da poter essere sparata dal tromboncino stesso.
Abbandonata l'idea di avere una granata utilizzabile sia a mano che tramite tromboncino, nel 1930 venne pertanto adottata una nuova munizione, la SR (poi SR2) della Società Romana Costruzioni Meccaniche.

Tromboncino instructions
Sr2 grenade

Queste nuove munizioni erano più lunghe di circa 40mm (114mmx38), in quanto ospitavano alla loro base un Governale a 4 alette, utile per agevolare la traiettoria e per fare in modo che il proiettile cadesse esattamente di testa, azionando il percussore e facendo esplodere la granata correttamente.

Per poter alloggiare correttamente le nuove munizioni, i Tromboncini mod.28 vennero modificati accorciando il peduncolo di ritegno delle granate, che passava così da 62,2mm a 23mm.

Il concetto del Tromboncino ebbe una vita davvero breve, per diversi motivi:
- Il Tromboncino mod. 28 era ingombrante, sbilanciato in avanti, costoso, scomodo da caricare e toglieva la capacità dei fucilieri di sparare con la carabina mentre utilizzavano il Tromboncino.
- Il Tromboncino aveva delle mire difficili da usare, una canna molto corta, quindi la precisione era più legata al caso che ad uno studio vero e proprio, con una gittata massima di circa 200 metri. La mancanza di regolazione dei gas di propulsione, oltretutto, costringeva ad usare solo una traiettoria a piena potenza, rendendo i tiri corti e arcuati, utili per lanciare le granate dentro le trincee nemiche durante le avanzate, pressocchè impossibili.

I Tromboncini mod. 28 furono rimossi dal servizio con l'introduzione del mortaio leggero Brixia mod. 35 in 45mm, che funzionava essenzialmente nello stesso identico modo, ma con canna più lunga, migliore precisione, carica esplosiva migliorata all'interno di un proiettile più grande, capace di raggiungere i 500 metri.
Questo era naturalmente possibile perchè il Brixia 35 non doveva essere sparato da imbracciato, ma era installato su un affusto adeguato a gestirne il rinculo e l'affidabilità sulle lunghe distanze, gestito da una squadra apposita.

I 23.000 moschetti per TS che montavano il Tromboncino mod.28 furono smontati, la maggior parte dei tromboncini furono rottamati e riciclati in fonderie, mentre le vecchie calciature, ormai obsolete, ebbero gli spazi vuoti riempiti con intarsi di legno, e vennero riciclate prevalentemente in altri Moschetti mod. 91 o in mod.38 convertiti.

Tromboncino by M. Holmes
Tromboncino by M. Holmes

Courtesy of M. Holmes

PROTOTIPI "TERNI" 

Apparentemente la sperimentazione per il sistema d'arma a tromboncino venne proseguita dalla Direzione tecnica del R.E., che portò allo sviluppo di diversi prototipi, con diverse metodologie produttive e di allestimento.
​Gli ultimi prototipi, riportanti la data 1932, risulta che siano stati fatti con una calciatura in alluminio.

TROMBONCINO MOD.28 R

Nel luglio 1928 Terni sviluppò un nuovo modello di Moschetto con tromboncino, con la canna del tromboncino e la canna della carabina stessa che ruotavano attorno alla parte mediana del calcio, in modo da avere un singolo castello per entrambe le canne. 

Tirando indietro l'otturatore (la camera e le i punti d'appoggio dei tenoni dell'otturatore erano ospitate nella parte anteriore, rotante) e premendo un pulsante si poteva facilmente ruotare la parte anteriore del calcio, scambiando la canna principale da usare.
Manteneva gli stessi problemi del Mod.28L, quindi mira difficile, mancanza di regolatore di gas per tiri più corti, fragilità del calcio in legno.

1928 R

TROMBONCINO MOD.29 L

Mentre il tromboncino mod.28 veniva (troppo) rapidamente messo in produzione e il mod. 28R veniva sviluppato con successo, l'Arsenale di Terni ideò un modo per aggiornare il mod.28L già in produzione, soprattutto per quanto riguarda la mancanza di regolazione del gas e le conseguenti difficoltà nelle traiettorie più corte.

Questo venne ottenuto applicando un apposito dispositivo per la regolazione del gas di scoppio, brevettato da Ercole Galassini. Questo dispositivo consisteva in un rinforzo dentato alla base della canna del tromboncino per reindirizzare e regolare parte del gas dalla cartuccia. Questo modello. come tutti gli altri descritti in questa sezione, non è mai andato oltre la fase di prototipo.

1929 L

TROMBONCINO MOD.29 R

Mentre veniva sviluppato l'aggiornamento Mod.29L per il mod.28L già in produzione, l'ufficio Tecnico dell'esercito procedette  nello sviluppo di un progetto completamente nuovo per implementare al meglio il concetto Tromboncino. Questo progetto divenne il Mod.29R

Venne costruito un moschetto con tromboncino integrale, seguendo il precedente concetto "a ribaltamento" usato sul mod.28R ma con il nuovo regolatore di gas del mod.29L. Il progetto fu ulteriormente aggiornato con l'uso di un calcio in Elektron (magnesio/alluminio) al posto di quello in legno: era un calcio cavo, stampato/fuso, costruito seguendo i brevetti Isotta Fraschini per le calciature di fucile, cave all'interno, successivamente impiegati nei prototipi di fucili semiautomatici.

1929 R

TROMBONCINO MOD.29 R bis

Il progetto mod.29R aveva i suoi limiti di ingombro e capacità di lancio di granate, quindi venne ulteriormente sviluppato nel mod.29R Bis, con la parte anteriore del calcio in Elektron che avvolgeva i ricevitori e con il serbatoio tipo Mannlicher integrato, che funzionava esattamente come il serbatoio standard delle armi mod.91.

Il Tromboncino venne accorciato e il dispositivo di regolazione del gas venne reso indipendente dalla canna di lancio delle granate, diventando un anello dentato rotante tra la canna e la culatta. Questo distacco dalla canna venne implementato soprattutto per aiutare con la mitigazione del calore, in quanto il precedente dispositivo di regolazione del gas tendeva a riscaldarsi rapidamente dopo alcuni colpi, diventando inservibile.

1929 R bis

Grenade development

Durante gli sviluppi del 1929-1930, l'ufficio tecnico abbandonò l'idea di utilizzare la granata per il tromboncino anche come granata a mano in caso di emergenza, decisione che porterà all'adozione delle granate S.R. per il Tromboncino mod.28 già in uso.
Allo stesso tempo, questo diede ai tecnici di Terni la possibilità di essere liberi dalle limitazioni legati ad una granata lanciabile a mano, potendo quindi aumentare il peso della granata (fino a 350 g all'inizio) e la possibilità di utilizzarla in una canna rigata. La canna rigata non fu implementata in modo convenzionale, con una canna forata e con scanalature, ma venne sviluppata in una canna sagomata a forma esagonale/elicoidale e in una granata di forma esagonale/elicoidale corrispondente.
Tale granata fu sviluppata in due versioni, una da 350 g e una da 500 g. Il potenziale esplosivo fu notevolmente aumentato e con esso l'efficacia della granata, con la "rigatura" che ne aumentava la precisione e l'accuratezza sul bersaglio, accuratezza perfezionata ulteriormente con il dispositivo di regolazione del gas, che aiutava a trovare l'angolo perfetto per la traiettoria richiesta a determinate distanze.

Il fatto che la granata fosse proiettata in modo da cadere sempre perpendicolarmente al terreno contribuì ad ulteriori semplificazioni (esplosivo azionato solo tramite una semplice spoletta sulla parte superiore) e permetteva ancora più spazio per la carica esplosiva.

Experimental grenades

TROMBONCINO MOD.30 R

L'ultimo progetto offerto da Terni (concludendo quindi i suoi studi sul sistema d'arma del Tromboncino) fu il Mod. 30 R.
Questo modello era fondamentalmente l'unificazione di tutti i miglioramenti sperimentati in precedenza, con gli aggiornamenti finali della canna lanciagranate "rigata", un sistema di mira indipendente (brevetto Calichiopulo) e integrato alla regolazione di gas e un calcio più ergonomico per il tiro a spalla.

Fu prodotto in due diverse versioni, una per sparare una granata da 350 g fino a 650 metri e una per sparare una granata da 500 g fino a 550 metri.

1930 R

TROMBONCINO MOD.32 R 

Un ulteriore miglioramento del mod.30R, la cui nomenclatura non è ufficiale, ma è stato costruito con una canna Moschetto del 1932. Presenta diversi miglioramenti strutturali rispetto alla sua precedente versione.

1932 R

PROTOTIPI BREDA

La ditta Ernesto Breda nella seconda metà degli anni '20 sviluppò e brevettò diversi prototipi di granata da fucile e di tromboncino, probabilmente per prendere parte al bando del Ministero della Guerra che terminerà con l'adozione del Tromboncino mod. 28. 

Le foto dei prototipi arrivati fino a noi dimostrano un chiaro interesse a dotare di tromboncino armi mod.91 come i TS e come i 91/24; nei modelli successivi si passa invece a sperimentare con modelli destinati probabilmente al mercato estero.

​Il 7 Ottobre 1927 viene brevettata un apposita granata da fucile con sicura removibile e testata deformabile, capace di azionare il percussore anche da diverse angolazioni di impatto.

Breda Experimental grenade

Tromboncino per Moschetti mod. 1927

Il 22 Novembre 1927 viene brevettato dalla Breda un tromboncino applicabile alla volata dei Fucili e Moschetti mod. 91, con una scanalatura elicoidalie capace di deviare i gas di sfiato della cartuccia (dopo il passaggio del proiettile), indirizzandoli verso una seconda camera di espansione contenente la granata da lanciare.

Il moschetto con questo tromboncino attaccato alla volata e tenuto saldamente in posizione tramite un gancio che si innestava sull'attacco della Baionetta, poteva in questo modo sparare le pallottole ordinarie ed eventualmente lanciare artifizi esplosivi.

La quantità di gas che passava effettivamente nella camera d'espansione poteva essere regolato tramite un apposita manovella posizionata sul lato del tromboncino.

Visto che questo tromboncino rispecchia perfettamente le specifiche utilizzate dal Tromboncino mod. 28 (moschetto utilizzabile in ogni momento, granata propulsa da munizioni ordinarie, ecc.) è molto probabile che sia stato sviluppato in concorrenza a quello che sarà adottato come Tromboncino mod.28.

Breda prototype
Breda prototype
Breda Prototype

Tromboncino sperimentale Mod. 1929 A

Il 12 Agosto 1929, successivamente quindi all'adozione del Tromboncino mod.28, la Società Ernesto Breda brevettò un nuovo tromboncino, questa volta da montare su armi appositamente costruite.

Come si può vedere dai disegni, l'accessorio venne concepito per essere installato su armi mod.91, probabilmente in previsione di altri bandi futuri da parte del Ministero della Guerra.

Le foto di prototipi arrivati fino a noi dipingono però l'uso di carabine Mannlicher-Schonauer, probabilmente degli avanzi del contratto di armi Y1903/14/27 costruite dalla Breda per il governo Greco in quel periodo.

Il meccanismo in questione funzionava su armi appositamente approntate, con una canna completamente separata dalla camera di cartuccia, in modo tale da avviluppare completamente i gas di sparo, indirizzandoli al meglio verso la camera di espansione dove era presente la bomba da lanciare.
Il Tromboncino lanciabombe, in questa versione, era solidale alla canna, alla camera e al corpo dell'arma stessa come si può vedere nel disegno tecnico. La canna, innestata a vite nel sistema d'arma del Tromboncino, poteva essere avvitata più o meno strettamente verso il colletto per aumentare o diminuire il volume dei gas indirizzati nella camera d'espansione. 

Il mirino non subiva variazioni, in quanto era solidale con il Tromboncino e non montato sulla canna stessa.

Breda Prototype
Breda Prototype using a Mannlicher-Shonauer /27

Tromboncino sperimentale mod. 1929B

Il 30 Dicembre 1929 la Società Ernesto Breda brevettò un ulteriore sviluppo del suo sistema precedente, in cui i gas di sfiato della cartuccia potevano essere tagliati dall'uso di una "manovella" laterale, che provvedeva a sigillare completamente lo sfiato dei gas direttialla camera di espansione della granata, e consentendo così uno sfruttamento maggiore dei gas per lo sparo della palla ordinaria.

carcano breda tromboncino 27.
breda 4

Tromboncino sperimentale mod. 1933

Il 14 Luglio 1933 la Società Ernesto Breda brevetta un ulteriore sviluppo del suo precedente Tromboncino mod. 1827, questa volta utilizzabile da fucili e da moschetti e indirizzato per l'estero, visto che immagini e prototipi ne dimostrano l'utilizzo con un Fucile di tipo Mauser 98.

La differenza sostanziale rispetto al modello precedente è che la regolazione dei gas è legata a un sistema di puntamento, con il quale si può calcolare direttamente la gittata necessaria, in base all'inclinazione data al fucile durante il puntamento.

Breda Prototype CZ 29
breda 3.

SECONDA GUERRA MONDIALE 

TROMBONCINO MOD.43

Tra la fine del 1942 e l'inizio del 1943, col complicarsi del quadro strategico nel mediterraneo, l'Alto comando tedesco cominciò a collaborare più strettamente con il sistema logistico-militare-industriale italiano. In questo periodo infatti si vede il fiorire di diverse collaborazioni tecnologiche tra le due forze industriali.  In particolare si vede l'adozione delle cinghie per moschetto in stile k98/MP40,  e l'adozione del Tromboncino mod.43 (anche se non è chiaro se adottato prima o dopo l'armistizio dell'8 Settembre).

Il Tromboncino mod.43 era sostanzialmente una copia su licenza del Gewehrgranatgerät/Schiessbecher tedesco, modificato per le misure dei 91: si montava intorno al mirino del moschetto per TS, appoggiandolo alla volata e assicurandolo in posizione col morsetto posto posteriormente.

Avente 30mm di diametro, aveva 8 rigature destrorse. Poteva sparare le stesse granate sviluppate per il modello tedesco, spinte dallo scoppio di una cartuccia mod. 91/95 senza palla, chiusa al colletto con un disco di cartone, incollato con lacca. Successivamente verranno utilizzate cartucce crimpate alla punta. La carica della cartuccia in 6,5x52 era di circa 2 grammi di balistite (alcune fonti riportano 2g di polvere nera).

Diversi esemplari risultano essere stati prodotti dalla FNA.

Tromboncino mod. 43

PROTOTIPI

LANCIABOMBE  CONTROCARRO  SPERIMENTALE

Sviluppato dalla Direzione Superiore del Servizio Tecnico d’Artiglieria nella prima metà del 1943, quest'arma era sostanzialmente la fusione tra un Moschetto ed un mortaio da 60mm.

Quest'arma, pesante  7,8 kg, era capace di sparare un'artifizio a punta cava di 850 grammi ad una distanza di 80 metri in tiro diretto e di 250 metri a tiro arcuato.

La bomba  a punta cava aveva una carica esplosiva di 370 grammi di T4 (Ciclotrimetilentrinitroammina), ed era capace di perforare una corazza di acciaio composito di 70mm di spessore (ossia due piastre, una da 30 e una da 40mm). 

La bomba veniva spinta da un proiettile a salve in 6,5x52, crimpato al colletto. Il proiettile a salve esplodeva regolarmente nella camera del Moschetto, ed i gas dello scoppio venivano convogliati in una camera d'espansione, per poi essere reindirizzati alla base della bomba, che veniva così propulsa in avanti, raggiungendo una velocità di 60 m/s.

I progetti e il prototipo di quest'arma vennero nascosti dal suo progettista dopo l'8 settembre per evitare che cadessero in mano alle forze tedesche. Quando le forze alleate liberarono Roma nel Giugno del 1944, il progettista portò progetti e prototipo al quartier generale dell'US Army (Sezione G-2), dove l'arma venne ispezionata.

Probabilmente prototipo e progetti furono poi portati negli Stati Uniti, dove saranno stati rinchiusi in uno dei tanti magazzini dell'US Army.

Experimental Italian AT rifle

PERIODO POSTBELLICO

TROMBONCINO MOD.61

Evoluzione del Tromboncino mod. 43, presenta lo stesso attacco per la volata dei Moschetti per T.S e lo stesso ingrossamento anulare alla base; Su questo ingrossamento anulare veniva avvitato, tramite adattatore apposito, un tubo di lancio ad anima liscia con nervature, di diametro 22mm.

E' stato sviluppato per il servizio di ordine pubblico, in modo da poter utilizzare tutte le granate utilizzate dall'esercito e dai carabinieri nel BM59.

Per il servizio di ordine pubblico in particolare le Guardie di Pubblica Sicurezza avevano a disposizione:
- Artifizio Lacrimogeno NL CS/M1 - Lacrimogeno Cloroacetofenone
- Artifizio unificato mod.60 - Fumogeno
- SCM mod.64 - Bomba anti-personale

Il tromboncino mod.61, come il suo equivalente per il BM59, non era una coppa lanciabombe, ma bensì un allungamento della canna (di diametro esterno 22mm) dove si innestava direttamente l'artifizio da dover lanciare; quest'ultimo veniva tenuto in posizione da una molla a filo.

Per azionarlo si infilava la coda dell'artifizio sopra il tromboncino, si inseriva l'apposita cartuccia a salve da 6,5x52 (crimpata al colletto), si chiudeva l'azione, si puntava l'arma nella direzione desiderata (nelle operazioni di ordine pubblico l'ordine era di tirare verso l'asfalto del manto stradale) e si sparava il colpo. I gas dello sparo proiettavano così l'artifizio in avanti.

Tromboncino mod.61

TROMBONCINO MOD.63

Evoluzione e rimpiazzo del mod.61, differisce da quest'ultimo solo per la mancanza dell'ingrossamento anulare alla sua base. Il mod. 63 infatti era sostanzialmente una produzione ex novo, non più un semplice adattamento del mod.43. 

Sarà il dispositivo di lancio artifizi usato dalle Guardie di Pubblica Sicurezza durante la gran parte degli scontri di piazza dagli anni '60 ai primi anni 2000.

Tromboncino mod.63

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